La recente decisione presa dalla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha suscitato un forte dibattito riguardo alla possibile messa al bando di TikTok nel territorio statunitense, qualora il social network non cambi proprietà da ByteDance, una società cinese. Il disegno di legge, che ha ottenuto un ampio sostegno con 352 voti favorevoli contro 65 contrari, si propone di esercitare pressioni su ByteDance affinché ceda il controllo della sua applicazione ad una compagnia straniera. È importante sottolineare che questa mossa non è nuova, essendo stata precedentemente tentata durante l’amministrazione Trump, che aveva addirittura stabilito un termine di 90 giorni per la vendita di TikTok. Tuttavia, con l’insediamento di Joe Biden alla presidenza, i tempi e le pressioni si sono notevolmente attenuati.
Il chiaro intento di questa iniziativa è quello di proteggere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, visto il crescente preoccupante coinvolgimento di società cinesi nei settori tecnologici sensibili. Tuttavia, tale proposta solleva anche interrogativi riguardo alla sua compatibilità con i principi di libero mercato e libera concorrenza. Al di là delle implicazioni politiche, resta da vedere come reagirà ByteDance a questa pressione e se sarà in grado di trovare un acquirente esterno per TikTok, mantenendo così la sua presenza sul mercato statunitense.
Perché gli Stati Uniti vogliono bandire TikTok?
Il presidente degli Stati Uniti, in questo momento, sembra incline a supportare il nuovo atto legislativo recentemente passato attraverso le camere del Congresso. Questa inclinazione si manifesta soprattutto considerando che, se il Senato darà il suo placet al provvedimento, al presidente non resterà altra opzione se non quella di ratificarlo tramite la firma, una mossa che sembra essere ben disposto a compiere. Questo suo atteggiamento deriva, per le sue stesse affermazioni, dal ritenere che tale legge sia cruciale per salvaguardare la sicurezza interna della nazione.
Ciò che sta guidando questa decisione è principalmente la preoccupazione che la Cina potrebbe accedere ai dati personali degli utenti statunitensi attraverso l’applicazione in questione. È importante notare che in Cina esiste una legislazione nazionale sulla sicurezza che obbliga le società cinesi, come ByteDance, ad accedere e condividere i dati degli utenti su richiesta del governo centrale. Le autorità cinesi potrebbero giustificare tali richieste affermando la presunta minaccia alla sicurezza interna, costringendo quindi l’azienda a consegnare tali informazioni sensibili. Qualora il provvedimento legislativo venisse definitivamente approvato, TikTok, contando su oltre 170 milioni di utenti nel territorio americano e coinvolgendo oltre 7 milioni di aziende, avrebbe un periodo di tempo limitato di 180 giorni per cedere l’applicazione a una società non di nazionalità cinese. Tuttavia, questa prospettiva non sembra affatto rosea per l’azienda.
Infatti, per poter procedere con la cessione, sarebbe necessaria l’approvazione del governo cinese, il quale già nel 2023 aveva espresso la sua netta opposizione a un eventuale disinvestimento, trasformando così una possibile vendita delle azioni internazionali dell’azienda in un’impresa estremamente complicata. Di fronte a questo scenario, TikTok si trova ora di fronte a una serie di difficoltà e incertezze. L’azienda sta valutando attentamente tutte le opzioni legali disponibili prima di essere costretta a cedere. Tuttavia, c’è il timore che la richiesta finale potrebbe essere rappresentata da un divieto totale dell’applicazione sul suolo statunitense.
La risposta ufficiale di TikTok dopo l’approvazione della legge
Shou Zi Chew, il capo esecutivo di TikTok, ha espresso la sua delusione riguardo al recente voto della Camera dei Rappresentanti in un video pubblicato sull’account TikTok Policy del social network X, notando con curiosità che tale piattaforma è proibita in Cina. Egli enfatizza il suo desiderio per un divieto completo di TikTok, manifestando l’intenzione di concedere maggior potere “a una manciata di social network americani”.
Inoltre, il dirigente sottolinea che il bando di questo social network potrebbe comportare la perdita di circa 300.000 posti di lavoro negli Stati Uniti, oltre a privare migliaia di creatori di un’importante fonte di reddito stabile. Ripetutamente, il CEO del social network ha dichiarato che finora il governo cinese non ha mai richiesto dati personali agli utenti di TikTok. Egli assicura che, se mai dovesse accadere, la richiesta verrebbe categoricamente respinta. Tuttavia, Zi Chew ha anche ammesso la possibilità che i dipendenti di ByteDance in Cina possano avere accesso ad alcuni dati personali degli oltre 170 milioni di utenti di TikTok negli Stati Uniti.
Reazione del governo cinese alla possibile chiusura di TikTok negli Stati Uniti
L’approvazione della legge ha suscitato una reazione anche da parte del governo cinese. Wang Wenbin, portavoce del Ministero degli Affari Esteri, ha fatto osservare che, nonostante gli Stati Uniti non abbiano mai presentato prove concrete che dimostrino che TikTok costituisca una minaccia per la sicurezza del Paese, non hanno mai smesso di reprimere la piattaforma. Secondo le sue dichiarazioni, questo atteggiamento intimidatorio altera il normale svolgimento delle attività commerciali delle aziende, mina la fiducia degli investitori internazionali e compromette l’ordine economico e commerciale internazionale, risultando alla fine controproducente per gli stessi Stati Uniti, ha avvertito.
In modo interessante, ora è Donald Trump ad opporsi al divieto di TikTok negli Stati Uniti. Benché riconosca il potenziale rischio per la sicurezza nazionale che la piattaforma potrebbe rappresentare, Trump sottolinea che vietarla concederebbe ulteriore potere a Meta, la società madre di Facebook, WhatsApp e Instagram, che potrebbe così accrescere la sua influenza fino a raddoppiare le sue dimensioni, secondo le sue valutazioni. Egli ha persino osato affermare che “Facebook è l’avversario del popolo”.