Come fare per ritrovare la bicicletta in caso di furto? Ci pensa l’App Sherlock
Sherlock è un antifurto GPS collegato ad una App mobile che permette ai ciclisti di localizzare con precisione la propria bici e recuperarla in caso di furto.
Sherlock è inserito all’interno della struttura della bici, è progettato per essere installato in modo semplice facendo tirare un sospiro di sollievo agli amanti delle due ruote. Ogni anno in Europa, infatti, più di 3 milioni di biciclette vengono rubate.
L’idea, racconta Pierluigi Freni, ideatore e fondatore di Sherlock, «nasce circa due anni fa quando ho subito il furto della mia bici e ho iniziato a a pensare come risolvere questo problema. È nato così Sherlock un antifurto Gps per bici. Si tratta di un dispositivo elettronico che può essere installato nella propria bici risultando completamente invisibile all’esterno».
Caratteristiche dell’antifurto per Bici Sherlock App:
• Localizzazione: combinazione di modulo GPS e connessione Internet (GSM/GPRS) per una precisione minore di a 5 metri
• Notifiche push: se la bici viene spostata l’utente riceve una notifica immediata tramite la app
• Design discreto: il dispositivo è molto compatto e leggero. Può essere installato liberamente nel manubrio, nel reggisella o nel cambio elettronico e non è visibile dall’esterno.
• Affidabilità: il sistema associa univocamente l’utente, il dispositivo e la bicicletta per garantire una corretta identificazione al ritrovamento.
• Durata della batteria: la batteria è ottimizzata per essere in funzione solo quando la bici è in movimento.
• Allarme sonoro: entra in funzione quando qualcuno cerca di muovere la bici e può essere attivato dall’utente a seconda delle sue preferenze tramite la app.
• Performance tracking: monitora le prestazioni (distanza percorsa, velocità media, tracciati, etc.) e visualizza i dati sulla app che sarà integrata con le piattaforme per ciclisti più diffuse.
• User experience: tutte le funzioni possono essere controllate tramite la app via Bluetooth LE.
Dietro Sherlock c’è il lavoro di sei menti: due dottorandi del Politecnico di Torino: una key-account e una training specialist che lavorano in multinazionale manifatturiera, uno stagista presso Intel e una project manager presso un’altra start-up. La base del loro lavoro è Torino, capoluogo piemontese già in passato culla di altre scoperte.
Sherlock è uno dei 27 progetti selezionati fra circa 600 candidati internazionali. Questo finanziamento consentirà di portare il prototipo a essere un prodotto vero e proprio che, annuncia Freni, “sarà disponibile a partire dalla seconda metà di quest’anno“.
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