Google, la multinazionale tecnologica sinonimo di innovazione, ha nel corso degli anni guadagnato una reputazione non solo per il suo successo ma anche per la sua predisposizione a chiudere progetti che non sono riusciti a decollare. Il 2024 non ha fatto eccezione. Da piattaforme di **intelligenza artificiale** a servizi di **sicurezza per la casa**, Google ha cessato una serie di prodotti e servizi che, sebbene promettenti, non sono mai riusciti a raggiungere il loro pieno potenziale. In questo articolo approfondiremo i motivi alla base di queste chiusure, le loro implicazioni e le lezioni che possiamo trarne.
Google Bard: trasformazione in Gemini
Il primo addio dell’anno è stato più di una semplice chiusura; si è trattato di un cambiamento di **identità** significativo. **Google Bard**, il chatbot che ha segnato l’inizio delle ambizioni di intelligenza artificiale di Google, è stato rinominato **Gemini**. Questo cambio di nome non implica l’uscita di scena della tecnologia sottostante, ma rappresenta una **dichiarazione strategica**. Con il rebranding, Google mira a consolidare un ecosistema di IA più coeso e integrato.
Riteniamo che Bard, con il suo nome evocativo di creatività e narrazione, fosse perfettamente in linea con la sua funzione di interazione in linguaggio naturale. Tuttavia, il passaggio a Gemini suggerisce una visione più ampia e universale, riflettendo l’aspirazione di Google verso un futuro dell’IA **integrato e ambizioso**.
Keen: la sfida a Pinterest
Il servizio **Keen**, lanciato nel 2020 all’interno del laboratorio esperienziale Area 120, si proponeva come una risposta di Google a Pinterest, consentendo agli utenti di creare bacheche tematiche e condividere contenuti basati sui propri interessi. Tuttavia, Keen non ha mai guadagnato una trazione significativa, chiudendo le sue attività a marzo 2024.
Il fallimento di Keen mette in luce le difficoltà di competere in un mercato saturo senza una **proposta di valore chiara e distintiva**. Mentre Pinterest vanta una community fedele e funzionalità ben definite, Keen non è riuscito a differenziarsi abbastanza per attrarre un numero sufficiente di utenti.
Google Podcasts: la fine di un’opzione audio
Portando avanti le sue politiche di razionalizzazione, Google ha chiuso **Google Podcasts** ad aprile 2024, dopo quasi sei anni di attività. Anche se il servizio non è mai stato una priorità per l’azienda, ha permesso a numerosi utenti di ascoltare e gestire i podcast in modo semplice. Con la sua chiusura, Google ha reindirizzato l’utenza verso **YouTube Music**, ora patria di contenuti podcast.
Questo cambiamento evidenzia l’approccio di Google di **centralizzare i servizi** esistenti, piuttosto che mantenere opzioni separate. Se da un lato YouTube Music offre un’esperienza robusta, molti utenti hanno espresso rammarico per la perdita di un’applicazione dedicata esclusivamente ai podcast.
Dropcam e Nest Secure: conclusione di un’era nella sicurezza domestica
Aprile ha segnato anche la fine dei dispositivi **Dropcam** e del sistema di sicurezza **Nest Secure**. Pur offrendo rimborsi o sconti ai clienti colpiti dalla chiusura, questi eventi evidenziano le sfide connesse al mantenimento del supporto per **hardware obsoleto**.
Acquistata nel 2014, **Dropcam** è stata pioniera nelle telecamere di sicurezza connesse, ma senza nuovi lanci in un decennio, la sua chiusura sembrava inevitabile. Al contempo, Nest Secure rappresentava un tentativo di proporre una soluzione all-in-one per la sicurezza domestica, ma non è mai riuscito a integrarsi completamente con l’ecosistema **Google Home**.
VPN by Google One: limitata ai Pixel
Il servizio **VPN** offerto da **Google One** ha visto la sua chiusura a giugno 2024. Sebbene gli utenti di dispositivi Pixel possano ancora accedere alla VPN integrata, chi possiede altri dispositivi non ha avuto la stessa possibilità. Questa decisione ha lasciato molti utenti esclusi, sottolineando come Google stia sempre più orientando il suo ecosistema verso i propri dispositivi.
Chromecast: il saluto a un’icona dello streaming
Il **Chromecast** è stata una delle chiusure più nostalgiche del 2024. Sebbene il protocollo “Google Cast” continui a esistere, Google ha annunciato che non produrrà nuovi dispositivi Chromecast. Questo piccolo dongle ha rivoluzionato la fruizione dei contenuti nel 2013, ma la sua rilevanza è diminuita con l’avvento dei televisori smart.
Crediamo che Chromecast meriti un posto di rilievo nella storia della tecnologia. La sua scomparsa rappresenta un ciclo di vita naturale dell’innovazione, dove anche i prodotti più innovativi giungono a una conclusione.
Jamboard: la cessazione delle lavagne interattive
Infine, a dicembre 2024, Google ha dismesso il servizio **Jamboard**, la sua lavagna interattiva e il software correlato. Nonostante il concetto fosse interessante, il suo costo elevato e il focus limitato sul mondo aziendale hanno ostacolato l’adozione da parte del mercato. Google ha incoraggiato gli utenti a migrare i propri progetti verso alternative come **FigJam** o **Miro**, segnalando così che riconosce il potenziale di tali strumenti pur non volendo dominare questo settore.
Considerazioni finali: lezioni da apprendere
Le chiusure del 2024 mostrano che anche colossi del calibro di Google devono affrontare difficoltà nel bilanciare **innovazione**, **redditività** e mantenimento dei prodotti. Ecco alcune delle principali lezioni che possiamo trarne:
- Concentrare gli sforzi: Molti di questi prodotti hanno falito per mancanza di risorse adeguate.
- Ascoltare gli utenti: La chiusura di servizi come Google Podcasts ha lasciato un senso di abbandono tra molti utenti.
- Accettare i cicli di vita: La tecnologia evolve rapidamente, e non tutti i prodotti possono mantenere la loro rilevanza nel tempo.
- Riadattare i marchi: La transizione da Bard a Gemini indica come un rebranding possa sottolineare cambiamenti strategici significativi.
- Trasparenza e comunicazione: È fondamentale che le aziende comunichino chiaramente le ragioni delle chiusure e offrano alternative praticabili.
Marco Stella, è un Blogger Freelance, autore su Maidirelink.it, amante del web e di tutto ciò che lo circonda. Nella vita, è un fotografo ed in rete scrive soprattutto guide e tutorial sul mondo Pc windows, Smartphone, Giochi e curiosità dal web.