Fare il debutto nell’azzurro: un onore per Pietro Comuzzo
“Essere arrivato in azzurro è un onore e una grande soddisfazione, un riconoscimento per quello che ho fatto. Con questa maglia spero di partecipare ad un Mondiale e il sogno è vincerlo, così come arrivare a vincere la Champions League”. A soli 19 anni, Pietro Comuzzo, alla sua prima chiamata in nazionale, si racconta in un’intervista esclusiva su Vivo Azzurro alla vigilia del suo arrivo a Coverciano. Il giovane difensore ha bruciato le tappe, lasciando presto il Friuli per trasferirsi alle giovanili della Fiorentina, con cui ha esordito in Serie A un anno fa, nella vittoria dei viola in casa del Napoli, diventando titolare in questa stagione.
Un percorso di crescita e sacrifici
Un’esperienza non facile, quella di lasciare casa così presto, ma fondamentale per la crescita di Comuzzo. Il calcio per lui non è solo un lavoro, ma anche una passione e un modo per esprimersi e essere felice. “Chi mi ha spinto ad arrivare qua è stato sicuramente il mio papà, che ha spinto me e mio fratello verso il pallone. Ma ha contato molto anche mia mamma, che ho perso l’anno scorso. Stare lontano da lei in quel periodo mi ha davvero pesato, ma mi ha dato anche una spinta interiore a dare il meglio, soprattutto per lei. Come famiglia siamo rimasti sempre uniti e questo ci ha dato anche la forza per andare avanti e fare le cose anche meglio di prima”.
Ispirazioni e idoli
Comuzzo si ispira nel suo ruolo al grande Chiellini, considerandolo un leader dentro e fuori dal campo. “Vorrei chiedergli qualche consiglio per il futuro”, ammette. Tra i suoi idoli spicca anche LeBron James, un esempio di come attraverso il duro lavoro si possa restare ad altissimo livello fino ai 40 anni. Comuzzo ammette di avere un carattere tranquillo e di essere un ragazzo normalissimo, non disdegnando di trascorrere del tempo a casa. Ha appena completato gli studi al liceo e continua a coltivare la sua passione per lo studio e la lettura.