Il Garante per la Privacy apre un’istruttoria sullo scambio di dati tra WhatsApp e Facebook. WhatsApp e Facebook sotto inchiesta per violazione della privacy
Dopo la Germania, anche il Garante per la protezione dei dati personali italiano inizia ad investigare sulla vicenda dello scambio di dati tra WhatsApp e Facebook.
Il Garante per la protezione dei dati personali ha infatti “avviato un’istruttoria a seguito della modifica della privacy policy effettuata da Whatsapp a fine agosto che prevede la messa a disposizione di Facebook di alcune informazioni riguardanti gli account dei singoli utenti di Whatsapp, anche per finalità di marketing“, dice il comunicato del Garante.
Nello specifico, l’Authority ha richiesto a Facebook tre elementi:
- la tipologia di dati che WhatsApp intende mettere a disposizione di Facebook;
- le modalità per la acquisizione del consenso da parte degli utenti alla comunicazione dei dati;
- le misure per garantire l’esercizio dei diritti riconosciuti dalla normativa italiana sulla privacy, considerato che dall’avviso inviato sui singoli device la revoca del consenso e il diritto di opposizione sembrano poter essere esercitati in un arco di tempo limitato.
Il Garante ha anche chiesto alle società di chiarire se i dati riferiti agli utenti di WhatsApp, ma non di Facebook, siano anch’essi comunicati alla società di Menlo Park. Infine, viene sottolineato che nell’informativa originariamente resa agli utenti WhatsApp non si faceva alcun riferimento alla finalità di marketing più volte invece menzionate nei blog.
Ma anche in Germania la nuova policy per la privacy di Whatsapp è sotto la lente.
Qui è stato il Garante per la protezione dei dati personali della città-regione di Amburgo, Johannes Caspar, che esplicitamente vietato a Facebook di raccogliere nuovi dati dei circa 35 milioni utenti tedeschi di Whatsapp e di cancellare quelli già raccolti.
Il Garante ha sostenuto che gli utenti tedeschi di Whatsapp devono poter decidere da soli se collegare il loro account a Facebook. Il divieto è immediato, in attesa che Facebook presenti ricorsi presso un tribunale di Amburgo.
Al momento non v’è nulla più della richiesta di chiarimenti da parte dell’autorità italiana, dopodiché la situazione sarà valutata dati alla mano per capire se vi sia stata qualche violazione o se sia necessaria qualche integrazione per garantire piena tutela all’utenza italiana.
L’istruttoria potrà dire molto sull’effettivo travaso di dati tra Facebook e WhatsApp, ponendo il Garante nella difficile posizione di dover capire nel dettaglio quel che il gruppo di Menlo Park intenda fare per monetizzare al meglio la proprietà dei due servizi.